Il Sushi come lo conosciamo, fu ideato da Hanaya Hyoei, cuoco giapponese conosciuto con lo pseudonimo di Yoshi, intorno al 1820 nella città di Eco, la odierna Tokyo.
Il Sushi diviene con il passare dei secoli simbolo della cucina giapponese, la quarta più diffusa nel mondo intero. Bello ricordare che al primo posto c’è la nostra cucina italiana.
Con le diverse tipologie di piatti che possiamo annoverare nella categoria sushi si sono cimentati veri maestri di questa complicata arte gastronomica, i Sushi Chef (in giapponese Itamae) che hanno nobilitato con grandissimo talento la tradizione del Sol Levante e creato vere e proprie scuole di insegnamento.
Il nostro viaggio alla ricerca di sapori eccellenti e abbinamenti birrari che soddisfano palato e cuore, prosegue dunque esplorando la cucina giapponese, ma … non parleremo di Sushi.
Abbiamo scelto di farvi conoscere i piatti della cucina giapponese che proviene da forni e fornelli, griglie e pentole abbinata – come sempre – ad ottime birre. Una cucina, dalla storia millenaria che conserva con gelosia e precisione le proprie tradizioni, detta “Washoku”, che dal 2013 è nell’elenco dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità.
Dalla tipica “Bento Box” scatola tradizionale dove comporre il proprio pranzo, ai “Ramen” dai mille sapori, ad ottimo street food, fino alla cena con ottime zuppe, pesce e carne e riso in accompagnamento.
Tutte specialità che in Italia hanno trovato ottimi interpreti e indirizzi di gusto.
Ecco la nostra Bento Box con polpette di polpo, anguilla laccata insalata di alghe e riso bianco in accompagnamento. A questo pranzo ricco di sapori abbiniamo un duplice stile birrario. Perché proprio di stile si parla, da quando, nel 1977, lo scrittore inglese Michael Jackson introduce con la sua nella sua “the world guide to beer” i nuovi concetti di cultura e geografia brassicola. Quindi a bassa fermentazione come le Pilsner o le Lager tedesche e americane, oppure ad alta fermentazione come le belghe Triple o Saison. Tra intensità aromatica, tendenze amare, dolci o speziate, i diversi stili birrari soddisfano sempre e pienamente la nostra voglia di una buona birra. È con la Bento Box è proprio una Pilsner, stile nato in Repubblica Ceca, ad accompagnare l’intensità stuzzicante di polpo e anguilla. La Maes Pils alla spina è ottima, con spiccati profumi e note ottimamente bilanciate tra luppolo e cereali. Un sorso fresco e piacevole. Per meglio sottolineare la pienezza, in particolare della glassatura dell’anguilla, buona idea scegliere una rossa irlandese. La Mc Farland Red ci porta nel mondo delle Irish Ales, invitante nel colore ambrato e fascinosa nelle note morbide, che avvolgono il palato come una carezza.
Seconda opzione di menu pranzo con Torimusu (onigiri con pollo fritto), un mix di yakitori e gyoza (ravioli alla piastra), con accanto i fagioli di soia lessati. Anche qui sapori diversi che si ritrovano con piacere sotto il medesimo abbinamento: una birra belga piuttosto ricercata, per nulla scontata nel gusto e nella declinazione olfattiva che si apre già nella schiuma persistente: la “Chouffe Golden Ale”.
Nuovo spunto, nuova tipicità gastronomica che scopriamo tra le diverse tipologie di “cibo di strada” Made in Japan. In particolare, andiamo ad Osaka dove fino ad ottobre è in corso “Expo 2025”, dove food & beverage sono da sempre stimolo della curiosità dei visitatori.
L’ Okonomiyaki è una tipica frittata di farina, uova e verza o cavolo, cotta sulla Teppan, piastra della cucina nipponica. Con l’aggiunta di pesce, in particolare piccoli gamberetti, o carne e formaggio, viene poi condita con la salsa “Okonomi” che ne arricchisce il sapore insieme alle scaglie di “katsuobushi” un particolare piccolo tonnetto affumicato e fermentato.
Una coppia di ottime birre sono pronte sul tavolo. La Birra Moretti filtrata a freddo, tipicità italiana di bella eleganza e carattere deciso. Dissetante e dal sorso facile è perfetta per il sapore deciso della speciale frittatina. Molto adatta anche una “White IPA” come la Hibu Dama Bianca. La Dama Bianca presenta belle note fruttate e seducenti e un sorso particolarmente fresco con punte speziate e agrumate.
Per terminare il nostro pranzo ecco un dolce classico giapponese: i mochi ripieni di marmellata di azuki (daifuku) o quelli avvolti nella foglia di ciliegia. Notevoli e da provare. Con cosa abbinarli per godersi una birra? Heineken 00 la nostra scelta. L’assenza di alcool consente di esaltare la dolcezza del Mochi senza togliere il grande piacere di un ottimo equilibrio di sapore e un sorso perfetto. Così da poter stappare una seconda bottiglia e proseguire il viaggio, in particolar modo se alla guida.
A cena possiamo scegliere tra le decine di varianti del “Ramen”. Il piatto di origine cinese ha conquistato un posto di rilievo nella cucina giapponese delle diverse Prefetture. Spaghetti di frumento in brodo saporito che accolgono verdure, carne o pesce. Si consuma con le bacchette, dette Hashi oppure Otemoto, per finire con il tipico piccolo cucchiaio di ceramica. Una birra classica e di ottima beva che ben supporta la consistenza del Ramen è la Paulaner “Salvator”. Questo birrificio bavarese, fondato nel 1634, dai monaci dell’ordine dei Minimi, è oggi simbolo della celeberrima “Oktoberfest” di Monaco. La “Salvator” è scura e intensa, piena e possente. Che sorso!
Perfetta anche una suggestiva artigianale italiana, “Accademia San Biagio Aurum”. Dove è ancora l’intensità e il morbido saporito equilibrio a dare pienezza all’abbinamento. Da segnalare infine, per coloro che devono evitare il glutine ecco “Daura Gluten Free” nata in collaborazione con l’Unità del Glutine del Centro Superiore di Ricerche Scientifiche di Madrid, il massimo ente pubblico di ricerca in Spagna. Grazie alle tecnologie più avanzate si è realizzata una birra dal gusto pieno e affascinante.
Come si dice in Giappone : “Kampai”. (Salute e prosperità).