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Leggi l’articolo originale su Reuters.com

Cattive notizie dalla Repubblica Ceca per tutti gli amanti della birra: lo scorso anno il luppolo coltivato nella patria della Pilsner è stato vittima di una siccità estiva che non ha fatto prigionieri, riducendo i raccolti di circa il 30% rispetto alla media annua.

I coltivatori cechi di luppolo rischiano di peggiorare considerevolmente le performance produttive rispetto ai principali produttori mondiali di birra, ovvero Germania e Stati Uniti che, insieme, rappresentano circa i tre quarti dell’offerta globale. Solo un leggero calo, infatti, è previsto in questi paesi nel 2018.

Nel 2017 la produzione mondiale di luppolo ha raggiunto le 118.400 tonnellate.
Il luppolo (insieme ad acqua, malto e lievito) è uno dei 4 ingredienti della birra ed è quello che conferisce alla bevanda la sua caratteristica e piacevole nota amara. La crescente popolarità delle birre artigianali, a livello mondiale, ha aumentato considerevolmente la domanda di luppolo negli ultimi anni.

Il luppolo ceco, in particolare il Saaz di Zatec (la tipologia più pregiata), cresce nella regione nord-ovest del Paese e appartiene alla varietà denominata “luppolo nobile”.

La mancanza di pioggia del 2018, soprattutto nei mesi chiave per lo sviluppo del raccolto – quelli estivi – ha danneggiato sensibilmente la produzione brassicola della Repubblica Ceca, che oltre ad essere la patria della Pilsner è anche il Paese con il più alto consumo pro-capite di birra al mondo (oltre 143 litri all’anno).

Stando alle stime, nel 2018 il raccolto di luppolo non avrebbe superato le 4.700 tonnellate, valore inferiore di circa un terzo rispetto alla media annua e ben al di sotto del raccolto del 2017 che era stato di 6.800 tonnellate (dato riportato dalla Czech Hop Growers’ Union).